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A cura di Franco Simonini e Vincenza Bruno
Ogni volta che parliamo o scriviamo cose tecniche, o poesie, o sentimenti utilizziamo un numero enorme di segni e simboli.
Le ricerche di C.G. Jung e della sua scuola hanno sottolineato un’importante differenza tra i costrutti culturali dei segni rispetto al significato molto più complesso di simboli.
I segni sono costituiti da elaborazioni coscienti cioè sono il frutto di idee, pensieri logici e razionali che attraverso la loro condivisione collettiva tendono a definire precisamente l’oggetto a cui sono associati. Il significato dei segni è quindi il derivato della condivisione convenzionale di intenti.
Di conseguenza anche in assenza dell’oggetto il suo segno ne esplica l’essenza come immagine percepita dai sensi riportando alla memoria l’oggetto stesso. Se dico sedia ad un italiano egli capirà bene cosa intendo in quanto abbiamo condiviso l’idea della sedilità nel senso che la tipologia di sedia che immagina lui potrà essere diversa dalla mia immagine ma la sua essenza (come è fatta e a cosa serve) è la stessa; di conseguenza i segni sono concetti che si identificano semplicemente con la parola e condivisi nella loro totalità...
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